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Storia del Seagull ST19

Orologi orientali > Sea-Gull
Seagull ST19 (1901)
Origine del calibro ST19
L'acquisizione da parte della Seagull della capacità di produrre un movimento cronografo meccanico (a carica manuale) fu motivata dall'aggiudicazione, nel 1961, dell'appalto dell'Aeronautica militare della Repubblica Popolare Cinese, per la fornitura di 1400 cronografi da polso.
Analogamente a quanto accadde in URSS con il Poljot 3017 (e successivamente con il Poljot 3133), si scelse di acquistare all'estero il necessario know-how e la linea di montaggio.
La possibilità si concretizzò nel 1962 con l'acquisizione dalla svizzera Venus dei macchinari per la produzione del Venus 175 (molto simile al Venus 150).
La produzione definitiva,  che prese la sigla di ST3, iniziò nel 1965.
Lo sviluppo del calibro fu ripreso prima della fine degli anni '90.
L'odierno "capostipite" ST1901, un movimento quasi identico al Venus 175, ne conserva tutti i pregi tecnici, che consistono nello smistamento con movimento a ruote a colonna della parte cronografica, meccanismo più elaborato che, secondo alcuni offre un inserimento dei tasti cronometrici più morbido, rispetto allo smistamento della cronografia a leve.
Il know-how proviene dalla svizzera Valjoux in difficoltà
Negli anni '60 e '70, l'industria orologiera svizzera si trovava infatti in difficoltà ad affrontare la concorrenza dei più economici movimenti al quarzo o meccanici giapponesi ed "il movimento a ruote a colonna"  aveva, a quel tempo, il difetto commerciale di avere costi di produzione troppo alti.
Per cercare di restare competitiva, l'industria orologiera svizzera cercò di introdurre nuovi movimenti, anche con l'obiettivo di abbassare i prezzi alla produzione, abbandonando lo smistamento della cronografia (cioè l'azionamento dei tasti del crono) con "movimento a ruote a colonna", in favore di un più economico (con la tecnologia produttiva dell'epoca) smistamento dei tasti "a leve".
Tale schema fu quello adottato dal successore del Venus 175 (da cui l'ST19 è derivato), cioè il Venus 188, ma anche da diversi Landeron.
La decisione della Venus di vendere la linea di produzione del Venus 175, era dovuta alle difficoltà finanziarie dell'azienda, che, come altre maison europee, era in affanno a causa del calo del mercato e necessitava di finanziamenti per lanciare nuovi modelli (il Venus 188).
Analogo cambiamento lo si ebbe, verso la fine degli anni '70, nell'Unione Sovietica, che verso la fine degli anni '70 cessò del tutto la produzione del Poljot 3017, derivato dal Venus 150, a favore del Poljot 3133 (derivato dal Valjoux 7734).
Differenze tra smistamento a ruote a colonna ed a leva (a navette)

L'azionamento della componente cronometrica può avvenire con un "movimento a ruote a colonna" oppure con uno "a leve".
Storicamente, il primo meccanismo viene considerato più di pregio, forse anche perché riferito "all'età dell'oro" degli orologi meccanici, quando ancora non si sentiva la concorrenza dei più economici movimenti giapponesi né di quelli al quarzo.
Ad un certo punto, negli anni '60 e '70, fu introdotto lo smistamento "a leve", che fu adottato anche da prestigiosi e diffusi movimenti, come il Valjoux 7750.
Per capire le differenze tra i due tipi di smistamento, leggete qui.
Sotto, sulla sinistra il particolare della ruota a colonna del Seagull ST19 ed alla destra visto per intero (foto prese dal web).

Il Seagull ST19 oggi

L'opinione generale, riconosciuto da tutti, salvo qualche eccezione è che lo smistamento della cronografia "a ruote a colonna", sia tecnicamente superiore rispetto a quello "a leve"; il passaggio allo smistamento "a leve" fu dovuto ad un compromesso economico, per abbassare i costi di produzione.
Con le attuali tecnologie e con i numeri della produzione in serie cinese, la manifattura di un movimento con smistamento "a ruote a colonna" non è più costosa rispetto allo smistamento a camme (leve).
Il risultato, è che è possibile avere lo smistamento a ruote a colonna anche su movimenti "economici", come appunto il Seagull ST19.
Il Poljot 3017, il Venus 175,  il Seagull ST19 (e derivati), sono tutti movimenti molto simili, ma mentre i Poljot 3017 o il Venus 175 sono oggi movimenti anziani, difficili da riparare e costosi da acquistare perché rari,  il Seagull ST19 ne condivide le caratteristiche tecniche, con la differenza che è possibile trovarlo nuovo ed a prezzo estremamente inferiore: un calibro Sea-Gull ST1901 è acquistabile facilmente a 100 euro ed anche sotto.
I pareri sulla sua bontà, sono discordanti, anche perché non dobbiamo dimenticare che il funzionamento di un movimento non dipende solo dal progetto, ma anche dalla manifattura, cioè dalla qualità della lubrificazione, il serraggio delle viti e la regolazione, nonché la durezza dei materiali.
Tutto va giudicato in rapporto al prezzo, che nel suo limite inferiore deve riflettere i costi di produzione.
Per la mia esperienza il calibro Seagull ST19 è:
  • valido e preciso se correttamente regolato e lubrificato.
  • i materiali sono un po' leggeri e delicati e questo può creare problemi in caso di revisione.
D'altronde ricordiamoci che come dicono negli USA, "no food for free": nessuno regala nulla.
  • in sintesi e considerando il prezzo basso, non solo un calibro dall'ottimo rapporto qualità e prezzo, ma privo di concorrenti.
Restando su movimenti economici e nuovi, il Poljot 3133 ha sicuramente materiali migliori, più rigidi e robusti: ha cessato di essere prodotto a fine 2011, per cui non è facile trovarlo ancora nuovo e quando lo trovate, ha prezzi generalmente superiori.
Sotto, alcune immagini ravvicinate del ST19.

Indice della sezione Seagull:
Pag. 1:  Storia ed informazioni Tianjin Seagull Watch Group
Pag. 3:  I diversi tipi di Seagull ST19
Pag. 4:  I cronografi meccanici che montano il Seagull ST19 ed i loro prezzi
Pag. 5:  Il Seagull 1963, replica del cronografo dell'Aeronautica militare cinese
Pag. 6:  Il Seagull ST1940 ed i cronografi meccanici automatici più economici

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